Mueck – ricostruzioni allucinate di corpi

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Le sculture giganti dell’artista australiano Ron Mueck se qualcuno ha la possibilità di andarle a vedere non sarebbe una cattiva idea. Le statue sono incredibili: rappresentano alla perfezione il corpo umano. Nei minimi dettagli, peli compresi. E ciò che lascia stupiti è la capacità dell’artista di rappresentarli in qualsiasi posizione: rannicchiati, in piedi o nei momenti intimi. Ne pubblico qualcuna. Alcune sono veramente impressionanti, o per il soggetto rappresentato o per la perfezione dell’opera. C’è da rimanere a bocca aperta o no? Cliccare quì per una rappresentazione in pps.
C’ è anche la monumentale scultura di una neonata di appena otto minuti di vita, in resina di poliestere.

Ron Mueck (Melbourne, 1958) – di cui adesso il museo di Malaga espone 33 sculture, alcune di grandi dimensioni – ama descrivere il processo di creazione della vita. A Londra, dove s’ è trasferito da circa un decennio, l’ artista australiano diventa un autentico esempio di realismo scultorico fra i Young british artists. Opere su grande scala che abbracciano una tradizione iperrealista, ma in cui la scultura classica resta un punto di riferimento. Non solo Mueck imita la realtà, ma dona ai suoi lavori un senso di vita interiore e di profondità psicologica. Autodidatta, scopre la scultura sin da bambino. La sua famiglia produce giocattoli ed egli comincia creando pupazzi. In seguito lavora in televisione (programmi per bambini), cinema (effetti speciali per i film The Dreamchild e Labyrinth), pubblicità. Come artista, Mueck inizia a lavorare nel 1996. Per la suocera, la pittrice Paula Rego, crea Pinocchio, una scultura iperrealista, usata come modello per la serie di Walt Disney. A Londra, il Pinocchio attira l’ attenzione di Charles Saatchi che gli propone di lavorare per la sua collezione. Così Mueck crea opere impressionanti come Dead Dad per l’ esposizione Sensation, alla Royal Academy. Quindi, espone, nel 2001, a Venezia (Biennale), a Washington (Hirschhorn Museum), Parigi (Fondation Cartier), Ottawa (National Gallery), New York (Brooklyn Museum). La sua eccellente tecnica e l’ abilità manuale creano contrasti fra un realismo perfezionista e l’ irreale (nonché gigantesca) dimensione delle opere. In nove anni di vita artistica produce solo 35 sculture, ma tutte di grande drammaticità. Sono moltissimi i visitatori che restano scioccati. Mueck trasforma la contemplazione in ricerca della realtà. Evidenziando, soprattutto, i momenti più delicati della vita umana: nascita (sin dal parto), infanzia, vecchiaia. E morte.

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